Il futuro dell’e-commerce: AAA e-commerce manager cercasi?

will-implement-e-commerce-for-food

Prologo

Questo è un post che parla di carriere e di potenziale, cercando di partire dalla storia recente e considerare la situazione attuale per capire che percorso intraprendere per il futuro smontando i luoghi comuni tipo: “l’e-commerce è il lavoro del futuro” o l’altro menzionato da tutti quelli che parlano del mondo lavoro che dicono “bisogna aiutare i giovani”.

Secondo me sono due C@##@[@ enormi perchè: L’e-commerce sta per diventare un segmento inflazionato del mercato del lavoro ed i giovani in un modo o nell’altro trovano da lavorare e, iniziando, magari, una lunga catena di stage (che la legge Fornero non ha migliorato per nulla, anzi), prima o poi qualcosa trovano….

Dire “e-commerce” non basta più

Negli anni novanta tutti i giornali scrivevano “Internet sarà il lavoro del futuro”, poi scoppiò la bolla e tutte le startup e le newco che nascevano come funghi (infatti il clima che si respirava allora in fatto di startup era piuttosto simile a quello che si sta respirando un po’ adesso) saltarono creando un’ondata di disoccupazione super qualificata: quarantenni molto bravi che guadagnavano come me ventenne (e peraltro piuttosto sfruttato). La prima e più famosa web-agency mai nata (seguita da vicino da Lost Boys e FramFab) è stata la celeberrima Razorfish, scuola di UX e design, fucina di menti e talenti, che ebbe un tracollo poco dopo il crollo delle torri e iniziò a lasciare in mezzo alla strada copiose quantità di guru: guardate attentamente la scritta sul cappellino di questa foto che divenne l’emblema del periodo e a cui mi sono ispirato nel realizzare l’immagine di testata.
will-code-for-food
Se è vero che la storia si ripete, dopo le .com, tra un po’ tocca all’e-commerce.

Bisogna aiutare i vecchi!

E questi due motivi mi piacerebbe li tenessero a mente ministri, sindacalisti e associazioni di commercianti ed industriali:

  • Non so se avete dato un’occhiata alle statistiche sulla disoccupazione determinate dalla crisi ma ci sono numeri preoccupanti, soprattutto di persone sopra ai 45 che non trovano un impiego neanche a morire e non si riescono a re-inserire in nessun modo nel tessuto lavorativo. devo dire che a me preoccupano piu’ loro che dovrebbero poter garantire l’apporto di lavoro qualificato …
    Il paradigma della disoccupazione sta cambiando e il momento tipicamente considerato come apice produttivo della persona rischia di essere, invece, il momento di maggior rischio di disoccupazione irreversibile.
    Potrebbe non essere stupido incentivare le aziende ad assumere disoccupati non più giovanissimi (leggesi i famosi ammortizzatori per la produttività che parevano tanto discriminatori).
  • Non so se avete fatto attenzione ad alcuni degli accordi che la Germania ha spinto perche’ l’Italia sottoscrivesse ma ci sono passaggi tra cui ad esempio si prevede la nuova eta’ pensionabile a 75 anni.
    Ma fate attenzione perchè, come la miglior product manager che abbai mai conosciuto, Arianna, si invento, “nel futuro di ogniuno di noi c’è un anziano“.
    Vuol dire che io che ho iniziato presto a lavorare, mediamente molto prima della maggior parte dei miei coetanei, e sono sulla piazza da 17 anni sono circa a meta’ della carriera. Quello di cui sono esperto sono temi digitali di e-commerce ed innovazione dei processi commerciali per cui, ad esser sincero, a 55, 65 o 75 anni non sarò più credibile. Sarò credibilissimo come disoccupato.

Fine del (lungo) prologo

Logos del Post

Cari lettori del blog,
che da statistiche principalmente siete:

  • o conoscenti che da un anno e mezzo ogni volta che mi incrociano mi fate la stessa domanda:”ma chi te l’ha fatto fare di andare a farti spremere in consulenza invece di andare a fare il direttore e-commerce per quel noto brand del lusso che ti aveva assunto e che ti avrebbe pagato pure di più?”
  • o mediamente un po’ più giovini di me per una discreta parte, quasi equilibratamente uomini e donne e tutti piuttosto studiosi, mica come Oscar.

Sappiate che, in qualunque cluster rientriate, questo Post fa per voi.

Iniziamo coi giovani, che i vecchi amici hanno più pazienza, e parliamo della velocità con cui cambia mercato del lavoro digital ed e-commerce: quali competenze devi acquisire oggi per il tuo lavoro di domani?

Dovete sapere che, quando si diventa vecchi e si superano i 35, con una deriva incontrovertibile verso i 40, dovete sapere che il mercato del lavoro cambia radicalmente. Soprattutto se siete giunti a una posizione decente.
Mentre da più giovani basta mandare 30 cv per fare 20 colloqui e avere auspicabilmente una possibilità di assunzione, da vecchi non vi cagherà più nessuno: le regole cambiano.

Una persona più grande ha maggiori necessità (leggesi pretese) e l’inserimento in un’organizzazione aziendale dev’essere ben ponderato perchè i costi a cui farà fronte l’azienda e le responsabilità derivanti (leggesi soldi che devi garantire di portare per ripagarti lo stipendio) sono proporzionalmente maggiori.

Il mio maestro di vita e project-management, Giulio Drei, mi insegno: a 20 anni fai carriera con la caparbietà, a 30 anni fai carriera con la competenza, a 40 anni fai carriera con le relazioni, a 50 con la credibilità.

Quindi da un certo punto in poi mandare il cv non serve più, si viene trovati dai vari cacciatori di teste che devono riconoscere una certa competenza a una certa persona che ha occupato un certo profilo.
Quello che hai nel profilo tra 5 anni lo stai costruendo adesso con le tue scelte: se scegli un lavoro o un percorso puntando su un lavoro che adesso è in linea con i trend di mercato (leggesi fare l’e-commerce manager di un sito erogato totalmente da una terza parte o fare web marketing) ma senza un’ottica prospettica ti trovi nella situazione di non avere leve nè pull (il personal brand) nè push (cv).

Devo dire di avere la fortuna (leggesi mi son fatto un mazzo cosí e adesso si sa abbastanza chi sono), con una certa regolarità, una volta al mese, di venir contattato da cacciatori di teste che mi propongo progetti diversi, naturalmente in ambito e-commerce e di innovazione digitale.
Quattro chiacchiere con un Head-hunter non le si deve mai negare, per religione (c’è chi ce l’ha con il maiale chi con i cacciatori di teste). Per cui se ne chiacchiera poi, quando accenno al RAL spesso boffonchiano e dicono qualcosa tipo “azz… Si però il mercato è in crisi, lei ha tanta esperienza grazie a presto arrivederci“.

Beh, ultimamente mi è capitato due volte che dopo essersela data come Bip-Bip di fronte a una telefonata di Wil E. Coyote, dopo qualche giorno mi hanno richiamato dicendo ” beh il cliente ha fatto fuori tutti gli ex-marketing qualcosa che hanno fatto unpo’ di esperienza su di un e-commerce da un provider esterno qualcosa e ci ha detto di trovare un solido che sappia parlare di organizzazione e budget. Il RAL non è un problema.“.

Cosa vuol dire questo cambiamento nella ricerca delle figure professionali legate all’e-commerce?

Innanzitutto no, non ho intenzione di abbandonare la mia usurante vita da consulente tanto presto (anche perchè sennò non l’avrei scritto sul blog) ai miei affezionati clienti je tocca continuare a sorbirmi.

Ma soprattutto che avere scritto e-commerce sul CV, che fin aA pochi anni fa 3-4 era una competenza distintiva lo è man mano di meno e tra un po’ non lo sarà più.

L’altra cosa che emerge dalla telefonata, questa positiva, è che però si sta evolvendo anche la domanda iniziando ad avvertire la necessità di competenze consolidate.

Il mercato è inondato da ragazzi giovani e piuttosto inesperti con scritto e-commerce sul cv, magari bravi, ma che non hanno gestito la complessità di necessaria a strutturare una newco o la moltitudine di business-processes che si vivono strutturando un progetto e-commerce interno, hanno magari preso uno di quei pacchetti full-commerce all-inclusive forniti dai vari outsourcer e l’unica cosa su cui sono concentrati è stato il marketing, neppure troppo a performance, magari.

Non si può dire che non siano gente che ha fatto un po’ di esperienza, ma, di base, anche se non ne sanno abbastanza per pigliare un business on-line (e tantomeno multicanale) potenziale e farlo diventare una profittevole macchina da guerra, hanno appena raddoppiato il numero di risorse con lo skill “e-commerce” sul CV reperibili sul mercato.
Tra tre anni saranno ulteriormente raddoppiati o triplicati ed “e-commerce” non sarà più qualcosa che attira l’attenzione di un selezionatore, sarà una parola inflazionata che ormai si darà per scontata per ricerche di un certo tipo.

Quindi fatevi una domanda: tra 5 anni cosa vorrete fare?

Il direttore e-commerce ? Aprire un chiringuito informatico fando app connesso via satellite dalle spiagge del Belize con i soldi fatti con la tua startup ? Non ce ne frega un ciuffolo e siam contenti della disoccupazione? Ok allora che storia potrete raccontare ai selezionatori che vi distingua da quella massa triplicata di potenziali concorrenti?

E finalmente è giunto il momento di rispondere a tutti quelli che mi hanno chiesto il motivo della mia recente scelta professionale: oltre a seguire alcuni dei progetti di e-commerce più grandi al mondo e alcuni tra i più sfiziosi d’Italia, è proprio questo ragionamento prospettico che mi ha spinto a entrare in un colosso della consulenza: metodo nella realizzazione della complessità (leggesi logistica, commerciale, finanziaria), relazioni e credibilità.
Sono quegli elementi che ritengo saranno distintivi anche a quelli più bravi mondo del digital italiano, quando, da grande, a 45 anni magari, dovrò spendermi per conquistare una posizione ambita.

Gran finale rispondendo alla domanda iniziale Posta nel titolo:

AAA e-commerce manager cercasi?

Le risposte saranno:

  • No è uno che ha fatto solo il passacarte in un sitino che dato tutti i processi in outsourcing a una società di full-commerce.
  • Si ma che ne sappia di processi e non di marketing… beh in effetti questo sa come si gestiscono pagamenti, merchandising e logistica, facciamogli il colloquio.
  • No grazie io ho un e-commerce che sta andando bene ho bisogno di un direttore e-commerce che abbia maturato significative esperienze di gestione.

Buon futuro impiego.

Vuoi rimanere in contatto con me anche dal tuo “chiringuito informatico” ? Segui gli aggiornamenti del blog su FB facendomi un piccolo like, a me fa molto piacere :)

12 Comments

  1. Alessandra
    12 Marzo 2013
    Reply

    what a nice post Fede!! ma forse quelli che ti fanno quella domanda si preoccupano dei tuoi cicli circadiani, dell’alimentazione, dei livelli di stress… (dopo 7 anni di consulting c’e’ chi va a fare il Libraio:D)

    • 15 Marzo 2013
      Reply

      Non è il cuore ma, a suon di 12/13 ristoranti alla settimana, il fegato a preoccupare …

  2. Roberto
    12 Marzo 2013
    Reply

    Egregio Gasp,
    grazie per aver scritto questo: “Non so se avete dato un’occhiata alle statistiche sulla disoccupazione determinate dalla crisi ma ci sono numeri preoccupanti, soprattutto di persone sopra ai 45 che non trovano un impiego neanche a morire e non si riescono a re-inserire in nessun modo nel tessuto lavorativo. devo dire che a me preoccupano piu’ loro che dovrebbero poter garantire l’apporto di lavoro qualificato …
    Il paradigma della disoccupazione sta cambiando e il momento tipicamente considerato come apice produttivo della persona rischia di essere, invece, il momento di maggior rischio di disoccupazione irreversibile.”

    Grazie da un ex-dirigente di 55 anni, a spasso da 3, come tanti altri colleghi.
    Forse è più facile per un muratore, con tutto il rispetto, se è in salute, reintrodursi a 55 anni, che per una persona con esperienze e competenze.
    Alle aziende non gliene frega più niente delle competenze, manco a prezzo stracciato, nemmeno di persone giovani, che, beate loro, se possono emigrano.

    Non voglio fare peana auto-commiserativi o polemiche pseudo-politiche, ma l’Italia è proprio arrivata al capolinea (a seguire tutta l’Europa, Germania compresa).

    Buon lavoro, lei che ce l’ha….

    Roberto Gorla

    • 13 Marzo 2013
      Reply

      Roberto grazie della testimonianza, mi farebbe piacere chiederti di contattarmi/scrivermi sul mio profilo di linkedin http://www.linkedin.com/profile/view?id=20113943 così, nel mio piccolo, provo a segnalarti in eventuali contesti che potrebbero considerare il tuo profilo.

  3. 14 Marzo 2013
    Reply

    bel post Gasp… solo una cosa però ai un pò tralasciato… ma cosa posso fare tra 5anni? la maggior parte degli ecommerce che funzionano nascono anche da pocarobanesodiecommerce specialist che hanno deciso di puntare su di loro o dando vita a piccole startup… qualcuno poi è esploso per il successo qualcun altro per il fallimento… in entrambi i casi, soprattutto se son giovani, sono persone che nel mercato valgono oro se l’esperienza è stata fatta con criterio… se mi devo porre una domanda che ha cascata mi da un sacco di risposte è quindi questa: tra 5 anni cosa non voglio fare? perchè se il fine ultimo non è il denaro mai l piacere di fare, l’età e l’esperienza sono il vero plus su cui far girare il tuo mondo, non quello degli altri… cmq grande gasp…

    • 15 Marzo 2013
      Reply

      Ciao Andrea
      in parte volevo rispondere con il prossimo post dedicato al “futuro dell’e-commerce” e in parte non ne valeva la pena …
      Per gradi.
      Innanzitutto mi sa che ognuno si confronta con la realtà che ha più prossima:

      • tu stai nel produttivo NordEst dove la gente ha nel DNA quella di farsi un culo così e se nessuno gli dice cosa fare si tira sule maniche e inizia a metter su mattoni uno sopra l’altro. Più che le competenze specifiche c’è il valore intangibile ma inestimabile della voglia di fare! Uno che ha fatto una startup che è andata mediocremente lo piglierei subito e/o se non è troppo vecchio il lavoro glielo trovo in 3 settimane.
      • Quelli che vedo da mane a sera sono usciti:
        • dalla Bocconi (i figli di papà che si sentono unti da Dio e destinati a grandi cose che potrebbero addirittura non prevedere il dilapidare la fortuna di famiglia)
        • dallo IULM (un posto dove vanno a studiare comunicazione le figlie di papà con 3 neuroni o quelle che si sentono in difetto perchè non sono figlie di papà e lo vorrebbero essere)
        • se sono fortunato dal Politecnico (Ingegneri flessibili come un cracker che invece di vivere funzionano )

        rovinati da un sistema scolastico che è passato dall’essere selettivo a sparando tomi in testa (chi l’ha detto che una Università è buona se vi si laureano in tanti?) all’essere permissivo mollando digesti in ppt, che se non gli dai 3 slide di processo ti rispondo “eh ma non so mica come si fa“.

      Se uno si chiede “cosa posso fare” e si aspetta, come quelli con cui di solito ho a che fare, che qualcuno gli risponda vuol dire che ha bisogno che glielo dica qualcuno e quindi beneficia di questo post, se invece ci si sta arrovellando di notte e non dorme bene perchè non vede la strada per il sui futuro, come quelli di cui mi fa menzione, mi sa che sarà lui che me lo vien a spiegare tra 3-4 anni e posso solo permettermi di dargli uno spunto nei prossimi post.

  4. Giuseppe
    17 Marzo 2013
    Reply

    Ciao Federico, il post più utile che potessi trovare in questo periodo, di grandi scelte. Detto da qualcuno che per studio/lavoro vive all’estero da 7 anni…sta bene e non può lamentarsi di nulla…ma che inizia a chiedersi, come rivendo questa mia esperienza in Italia? Volendo ritornare, a chi mi rivolgo…chi mi pagherebbe, non dico allo stesso modo, ma aleno decentemente…servono davvero queste mie competenze in Italia? …per ora non trovo risposta, se non provare a cambiare direzione e fare qualcosa che, spero presto, possa rivendere in Italia…grazie!

  5. Alfonso Romano
    11 Novembre 2015
    Reply

    ottimo articolo, ti faccio tutti i miei complimenti . volevo farti una paio di domande , sono uno studente che è appena entrato nel mondo del digitale . La situazione di cui tu parli qui nel articolo risale a due anni fa , tutt’ora il mondo del digitale com’è cambiato ?? E secondo lei quali sono le competenze che permettono di trovare una buona posizione lavorativa come e-commerce manager ?

    • 11 Novembre 2015
      Reply

      Ciao Alfonso,
      la situazione non è cambiata tantissimo e per intendersi ora che la situazione si sblocca ci sarà un’onda lunga di almeno altri 3 anni buoni.
      Poi c’è una situazione autoconsistente che frena il cambiamento legata al fatto che pochi ecommerce in Italia siano ben fatti e quindi le competenze non crescono o poco per volta.
      Il miglior modo per diventare eCommerce manager è di:
      – studiare logistica o tematiche commerciali
      – fare un piccolo eCommerce con piattaforme semi gratuite (shoppify o magento one) e capire autonomamente cosa si debba fare per provare a vendere (cover per telefoni, magliette, fumetti, …)
      – Iniziare a bazzicare i posti come l’osservatorio del Politecnico o il Netcomm eCommerce forum

  6. Rosa
    15 Dicembre 2015
    Reply

    Bellissimo post apre gli occhi e fa pensare , quali consigli si sente di dare a chi vuole crescere nel digitale e vuole farsi trovare ancora più pronto tra 5 anni? imparare a scrivere codici diventerà indispensabile?

    • 15 Dicembre 2015
      Reply

      non è indispensabile ma aiuta a capire di cosa si parla, la cosa piu’ importante è cercare di lavorare in un progetto in cui l’azienda crede, così si ha la capacità di provare, di pensare e di creare. Se si finisce in un posto dove nessuno ci crede tanto non si finisce da nessuna parte …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.