Digital-Due-Diligence: per attrarre investimenti devi promettere CRESCITA e gestire il RISCHIO

L’economia stagna e l’eldorado contro la PMI è l’Innovazione, ma l’Innovazione richiede un botto di investimenti, e gli investimenti non sono facili nè da attrarre nè da essere approvati.
Quindi secondo me vale la sprecare qualche riga parlando di…

Come si fa ad attrarre investimenti / essere sicuri di investire bene i propri capitali di rischio?

Nell’ultimo anno ho lavorato molto con fondi d’investimento di diversi tipi, considerate che, in un sistema allo sbando con sistema creditizio confuso, governo allo sbando, distretti produttivi obsoleti, classe manageriale che ha mai sostitito la realtà familiare/imprenditoriale, euro (a favore o contro ma mal gira con tante realtà del nostro paese) e internalizzazione che mal si attagliano alla scarsa produttività del sistema paese, ebbene, considerate che i fondi rappresentano una delle poche luci che si vedono alla fine del lungo e buio tunnel che si chiama Italia.

Ci sono quelli che investono in piccole start-up che promettono soluzioni (e ricavi) sbalorditivi, quelli che investono in entità medie che fanno già 10-30 Milioni che devono scalare il business e quelli che investono in grandi glorie, ma polverose (per non dire destressed) del passato per riportarle ai fausti. Ci sono quelli che speculano, quelli che cercano l’unicorno o la vacca da mungere, quelli che invece fanno progetti industriali …

Cerchi investimenti da un fondo? Dimostra quanto potenziale hai e proietta il livello di rischio

C’è una sola cosa li accomuna tutti la crescita, thay need to hack the growth e qui viene il bello perchè ora più che mai crescita e successo sono abilitati dal digitale.
Quindi il filo logico che guida in fondi quando decidono dove investire all’incirca è:

  • C’è un’opportunità quindi…
  • Devo decidere quanti soldi ci potrò fare…
  • …e se tanto mi da tanto quanti soldi metterci
  • Devo valutare attentamente quante probabilità ci sono e i tempi per crescere
  • Se una fetta buona del mio successo è determinato dal digitale ho bisogno di qualcuno che mi aiuti a capirlo

Di solito i fondi hanno una serie di professionisti che li aiutano in questo genere di valutazioni, l’esperto legal, l’esperto fiscale, etc etc ma per il digital è un problema perchè da un lato è pieno di sedicenti esperti che naturalmente o brancolano nel buio sui temi digitali (molte delle firm più note) o brancolano nel buio rispetto all’insieme della catena del valore (piccole agenzie sveglie ma destrutturate), dall’altro gli stessi operatori dei fondi, espertissimi sul tradizionale, a volte non riescono ad avere gli strumenti per discernere tra esperti e cialtroni.

Come si imposta una digital due-diligence per investimenti ad alto potenziale

In tutto questo naturalmente ho una mia visione ed un approccio che secondo me può aiutare a dare una corretta valutazione dell’opportunità, un framework semplice con pilastri:

  • Business-Model validation – capire i presupposti ed i fattori di crescita su cui si basa il business, e per quanto digital sia, trovare similitudini con benchmark e comparables, per riuscire a capire quali sono i KPI quindi le leve di crescita che li influenzano e la dimostrabile progressione:
  • Market trend & potential – solo un folle pensa che ripetere il passato dia simili risultati in futuro, ridacchiava il vecchio Albert sotto ai baffoni, quindi più la GROWTH è legata al Digital, più dobbiamo guardare dietro l’angolo, DMP, audience, AI, Experience, targeting etc etc
  • Technology & platform – la tecnologia è sempre più un fattore critico di successo, se facciamo un sacco di pippe mentali strategicissime ma appena squillano le trombe del GDPR ci accorgiamo di dover buttar via il 40-60% della nostra customer base ‘ndo ‘nniamo?
  • Process & organization – e dove non arriva la tecnologia c’è il famoso metodo Coleman (battuta raffinatissima che se non avete colto vi invito a rileggere finchè non la capite), anyway questo è un punto dolente per tutti i piccoli che vogliono crescere, e passare da piccoli a medi o da medi a grandi: le persone fanno la differenza ma se il loro know-how non è codificato in processi rischiate di buttar via tutto, come diceva Andrea “non si può pretendere da un’SRL la struttura di una Corporation” ma se il successo è legato a 4-5 cristiani o li metto sotto vetro o è meglio che gli apri il cranio e butti su 4 slide… la solita sana via di mezzo.

Ora fino a qui spiegato così par semplice ma vi assicuro che già questa visione spesso appare prossima al folgorante, poi bisogna saperla strutturare e giustificare come Dio comanda, e si accennava prima, spesso il blasone qui non arriva.

Se la Due-Diligence è “DIGITAL” la boutique o gli esperti M&A tradizionali non bastano

Vi racconto un caso che abbiamo visto con Niccolò e Carlo, vecchi compagni di ventura. La ormai grossa startuppona Digital con milioni di fatturato e decine di persone era sotto osservazione di un buon fondo Italiano di medie dimensioni che ci ha preso come lente d’ingrandimento.

Diciamo che questa sturtuppona Digital vendesse frutta on-line, a prima occhiata (si parla di Big4) tutto pare andare bene, poi applichiamo il framework e approfondiamo: la maggior parte del fatturato era apportata dal keyword banane che peró era prossima alla saturazione della potenzialità proiettata, la seconda keyword di successo era mele del sud-Tirolo che peró a un’attenta lettura del contratto il sud-Tirolo aveva dichiarato non essere utilizzabili per suo conto e tutta l’integrazione con l’analisi di algoritmi avanzati era in puro metodo Coleman…

Morale? Il risultato della digital due-diligence è stato che comunque l’investimento fosse interessante e meritasse ma cambiava il profilo di rischio, le risorse necessarie (tempo, denaro, partner, …) per farlo scalare e soprattutto il profilo necessario per guidare la macchina che è sempre il più grosso nodo da sciogliere per un investimento di successo.
Se pigli il pilota di formula uno a fare i rally …

Investire in Digital, Innovazione, Start-up è una moneta a due facce

In realtà un esercizio simile è molto, molto utile da fare anche a chi vuole proporsi sul mercato perchè solo impostando la conversazione nel giusto modo e indirizzando i veri temi si riesce ad essere valutati e investiti (non come nel caso del Rally speriamo) per quel che si è.
Se ci si rivolge alla tradizionale boutique di M&A advisory si punta la lente sugli aspetti tradizionali e si rischia di finire a tarallucci e vino.

Bene il pitch tradizionale un po’ spintarello in termini di proiezioni ed ottimismo, bene tutte le analisi di bilancio possibili immaginabili con 100 breakdown ma bisogna infilare pure un po’ di ciccia : come faccio i volumi ? Tasto destro e si legge la keyword il pezzo di codice rilevante riga per riga con la giusta cognizione di causa.

Quindi se vuoi crescere in questi tempi difficili bisogna puntare sul digital, il digital peró non è una bacchetta magica, per governare il digital devi comprendere intimamente il business e le sue leve sia in modo fgranulare che nell’insieme più ampio.

Buona digital due-diligence e moltiplicatori pazzeschi a tutti.

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2 Comments

  1. Marco Loguercio
    5 Giugno 2018
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    Ho visto come funziona, da socio di una start-up, l’ingresso di BA, acceleratori, VC… Ho ricoperto il ruolo del consulente nell’ambito di operazioni di M&A. E, come consulente o con la mia agenzia, sono stato chiamato da fondi con l’obiettivo di accelerare il business online delle realtà acquisite. La cosa bella di tutto questo è che, quando pensi di averle viste tutte, c’è sempre una nuova perla che ti aspetta dietro l’angolo:)

    • 5 Giugno 2018
      Reply

      Vedo già sugli scaffali il Nuovo libro dellalinea eBisiness etitonda Hoepli: “antologia loguercica”, vieni a brindare giovedì vah …

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