Alexa aiuta a fare un benchmark di KPI con i competitor per settore o geografia.

Una vecchissima gloria del web e’ Alexa, uno dei miei siti preferiti da sempre (anche se i rompi-c#### sostengono che la metodologia si controversa, si lo so e non credo che le altre sian poi meglio coparare per credere) e probabilmente quello che mi e’ stato piu’ utile durante le mie attivita’ consulenziali, ma ci arriviamo tra un po’.

Cosa fa Alexa? Non e’ semplicissimoda dire perche’ fa un botto di roba, ma, con disordine, partiamo altissimi e poi scendiamo alle fondamenta per poi risalire, capiamo tutto.

Bassissimi: Alexa credo sia la tecnologia di toolbar piu’ diffusa al mondo, ovvero, tutti quei bottoncini che non si capisce bene cosa facciano che spuntano ogni qual volta ti installi un antivirus, un programma gratuito, i plugin java, Open Office (la versione gratuita di Word ed Excell), eccetera.
Oltre a quella immediatamente riconducibile (si distingue la grande “A” blu) la stessa tecnologia e’ presente in tantissime altre toolbar di altri brand, pure famosi, e tecnologie più o meno complesse, tutte con funzionalità di analytics bbm.

Saliamo: Tantissimi dati da tantissime fonti distribuite in modo equo e diffuso che permettono una proiezione del mondo rappresentativa. Praticamente il più grande panel del mondo ( dopo Google che però, almeno a parole, dichiara di non gestire). “E mo’ con tutti sti dati che ce faccio?” iniziamo da qualcosa di banale ma per niente scontato e molto fruibile sifa la classifica del sito più visto del mondo, del paese specifico, di una categoria merceologica.

“Ma lo sai qual’è il sito più visto d’Italia?” “ho scoperto su Alexa che non e’ più libero.it ma dopo un milione di anni è di nuovo Yahoo.it” “Ma no Libero!?!? E che c’entra?” “si si Libero.it è praticamente il sito più visto in Italia da sempre ….” “ma dai….”

E questo, oltre che sfruttarla come valuta sociale per quattro chiacchiere in pausa pranzo, ci serve per avere un termine di paragone per la pianificazione. Che a sentir i commerciali delle varie concessionarie son tutti “il sito più visto” o “uno dei siti leader” che se non stan sul vago, riesumano quadranti magici ormai vintage, sciorinano dati Nelsen (quello dei piatti, intendo), Photoshoppano malamente grafici.

La cosa più utile è la comparazione per categoria merceologica (i benchmark di mercato sono uno dei punti cardine per la gestione e la definizione strategica degli e-Commerce, e ne tratteremo più approfonditamente in separata sede):
» se volete apripre il primo e-Commerce della vostra categoria merceologica e cercate dei punti di riferimento,
» se volete spaccare il vostro mercato ma l’attuale leader ha un sito medioevale,
» se state per diventare da brick & mortar a brick & click (noto termine inglese per indicare le catene retail che aprono che affiancano alla catena di distribuzione tradizionale lo sviluppo multicanale ed e-Commerce) e volete capire chi sono i pureplay (altro termine inglese che indica uei siti di e-Commerce che competono nell’arena dei brick & click senza avere punti di vendita fisici) che davvero spostano il vostro mercato,
allora dovete incrociare i dati di top sites per nazione con quelli per raggruppamento merceologico ( perfettibile ma segue i vecchi criteri dell’open-directory, oooh quanti ricordi) e capite chi sono le case-histories da cui cercare in US e UK, chi son quelli a cui dovete far le pulci in Italia.

Se siete già in esercizio e tutte ste panzane ve le siete già sorbite ci sono diversi altri dati interessanti che potete ricavare:
– comparare il trend storico del traffico tra il roprio sito ed i competitor con tanto di reach, bounce e traffico dal search,
– quale sia il posizionamento nel search per quali parole e quali vengano utilizzate dai competitor, certo i guru del SEO hanno ben altri strumenti, ma, per capire quale sia la strategia di massima va bene
– il socio demo delle persone che il sito raggiunge e nei confronti dei quali esprime appealing beneficiando dei dati di registrazione dei siti o dei software da cui si e’ scaricata la toolbar Alexa del caso che ci sta trackando.

E qui racconto una delle peggiori figuracce della mia vita. Ai tempi in cui si spacciavano lavatrici ero, se mi ricordo bene, con due dei migliori di sempre, il Botti e il Munzo e stavamo giocherellando con Alexa per vedere quanta reach avessero avuto i siti competitor rispetto a noi in un momento di particolare densità del calendario promozionale.
Avevo costruito un widget aggiornato in tempo reale come questo che tenevo come prima pagina del browser per vedere l’andamento e facendoci doppio click finivamo ogni tanto sulla pagina di dettaglio della comparazione.




Ci mettemmo a curiosare tra i socio-demo di Unieuro, Euronics e Mediaword: età avevamo i più vecchi, genere avevamo più donne, scolarizzazione non c’era un laureato a pagarlo, localizzazione geografica maggior rilevanza nei centri rurali. Citando la famosa battuta di Woody Allen, vado a commentare, leggermente a sproposito:”beh ci mancano i negri e gli ebrei e poi abbiamo fatto l’en-plain”. “Eh ma daaai” ci dice scorato, spalancando le braccia e butando un po indietro la testa lo stimato collega che rientra in almeno una delle succitate categorie: legge di Murphy sulle battute politicamente scorrette in ufficio. E grazie Mario per volermi ancora bene pure se sono un po’ co#######e…

Quindi Alexa aiuta a fare un sacco di cose, pure le figuracce, ma la cosa in definitiva più importante e che sono proprietari di un botto di cookies e di tecnologie con un sacco di informazioni e tutto questo nei prossimi mesi aiuterà a stravolgere il mondo dell’adv-on-line e dell’e-Commerce.

Non perdere le prossime avvincenti puntate: segui l’avvincente mondo del digital facendo un semplice like, a me farebbbe molto piacere :)

2 Comments

  1. Cinzia
    11 Gennaio 2012
    Reply

    Ciao Gasp!

    Come và in ACCENTURE :)
    In qualche tuo articolo posso trovare la spiega di come creare un BLOG ?

    Ciao Ciao
    Cinzia

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