Dawanda ed Etsy: il boom dei marketplace dei prodotti fatti a mano.

hand-made-marketplace-etsy-dawanda

Prologo 1

Un po’ di giorni or sono andato con Lisa a un vernissage di un gruppo di giovani creativi con una bella idea: con una tecnica di foratura trasformano della rigida lamiera in una sorta di origami resistentissimo che diventa ora un tavolino, ora un piatto, ora un portapenne.

Vi assicuro il risultato nella sua essenzialità, è bellissimo prodotto di design: io che resisto a tutto tranne che all’inutile sono corso a comprare un aeroplanino che non vola :)

Aeroplanino-che-non-vola-origami-metallo-trattofficina

Deformazione professionale, tra un prosecco e quattro chiacchiere con MariaGiulia, ci siamo subito detti: “hey questi sono aggeggi ideali per finire su Etsy !”, quando poi Lisa, che li conosce bene, gliene ha parlato credo abbiano detto qualcosa tipo: ma noi un sito lo abbiamo già e si può pure ordinare.

…già ma peccato che su quel sito se non lo si indicizza o promuove ci andranno solo amici e parenti: utilità prossima a 0 …

Prologo 2

L’amico Scott è un’americano a Milano che ha il gusto del bello, del design e dell’hand-made. Compra solo il meglio, e, quando torna a NYC amici e conoscenti, b v b bbb bbmm. Mmm mg ammirati e invidiosi gli iniziano a fare una serie di commesse da evadere al suo successivo rientro. Scatoloni di merce di lusso … Che scatole. Con la linearità di pensiero anglosassone ha proposto agli artigiani di fare un sito e questi non sapevano nemmeno da dove iniziare…. Roba fighissima, fatta apposta per Eatsy!

E finalmente ecco il post

Ok ve l’ho tirata abbastanza in lungo cosa sono Etsy (e gli altri siti simili a partire da Dawanda)?

Sono dei marketplace, la parola suona piuttosto digital-vintage ormai ma non saprei come altro descriverli, che aggregano l’offerta di tante terze parti accumunando l’esperienza e abilitando le funzionalità di Acquisto.

Hai un prodotto? Te lo inchiocco nel punto del menù giusto dove la gente lo può trovare, ti metto a disposizione un set di pagine i processi di gestione ed il metodo di pagamento.

Ah ma allora è come e-Bay? Si ma no. Il marketplace è sempre un marketplace, tanto più che e-Bay sta man mano passando sempre più da mercatino dell’usato a servizio B2B2B, ma il più famoso aggregatore di e-commerce dell’occidente ha un difetto: è brutto, anzi orribile.

A volte pure io che tutto sommato di UX per e-commerce qualcosa ne capisco ho avuto problemi enormi a trovare e acquistare su e-Bay… e poi diciamocelo il prodotto spesso non viene valorizzato nè dall’esperienza di navigazione nè tanto meno dal modo in cui viene rappresentato.

Un bel prodotto con una foto brutta in mezzo a foto ancora peggiori perde tutto l’appeal, e se il tipo di scelta che guida la decisione d’acquisto è più emotiva (abbigliamento accessori e design) invece che razionale (per oggetti meccanici o elettronici), rischiamo di perdere tutti i potenziali clienti prima del primo click: se devo comprare una macchina fotografica usata ok va bene e-Bay ma se ambisco ad acquistare qualcosa di unico, di bellissimo, di appagante voglio una customer experience all’altezza delle aspettative.

Quindi, riprendendo il discorso, sono market place simili ad eBay ma con tre grandi peculiarità:

  • i prodotti sono strafighi, tutto hand-made fatto da artigiani, bravissimi hobbisti o piccole produzioni
  • dopo tante pippe teoriche sui nuovi trend del passaggio dalla content-creation alla content-curation si è giunti a una rappresentazione di prodotto eccellente (a prenderla larga dichiamo scheda prodotto): d’altro canto se realizzo con cura ed amore un prodotto che più che un oggetto è un pezz-e-core, lo racconterò con lo stesso entusiasmo. Se siete dei fan di Pinterest (il social-network emozionale degli oggetti bellissimi) trovere un sacco di immagini pinnate sono di quei prodotti bellissimi che vengono proprio da questi siti di e-commerce di prodotti fatti a mano.
  • UX e navigabilità e reperibilità dei prodotti è realizzata perfettamente. Proprio sul tipo di funzionalità a supporto dell’acquisto (buying features) vengono valutati questo segmento di siti (vedi immagine in testata e dai un’occhiata all’ultimo interessantissimo link).

Ultima considerazione Etsy e Dawanda sono e-commerce belli ma soprattutto che macinano un sacco di grano:la crescita di Etsy è stata velocissima e continua anno su anno in doppia cifra, Dawanda e le altre start-up sono praticamente tutte acquistate da aziende di private equity.
crescita di etsy e dawanda e-commerce prodotti fatti a mano

Il modello piace eccome anche in Italia che, confermando la propria arretratezza rispetto ai mercati più maturi, ne vede, però, l’adozione da parte dei soli trend-setter per ora. Sta di fatto che è un segmento ancora non saturo:

  • per ora non vede player locali attivi
  • non vede per ora localizzazioni aggressive da parte dei player internazionali

Sicuramente se volete startuppare e dovete inventarvi un modello evitate la centesima copia della solita vendita privata flash ma provate a virare su qualcosa di innovativo.

Un e-commerce-Etsy-like che sia 100% di “Made in Italy” lo vedrei proprio bene.

Buona start-up a tutti.

Anche a te piace pinnare fighissimi prodotti fatti a mano? Segui gli aggiornamenti del blog su FB facendo un semplice like, a me farebbbe molto piacere :)

10 Comments

  1. Ral
    17 Aprile 2013
    Reply

    Post molto bello! :) Il discorso fa parte di un tema ancora più ampio che forse conosci già- “the makers movement” (http://techcrunch.com/2012/10/09/wireds-chris-anderson-todays-maker-movement-is-the-new-industrial-revolution-tctv/ ). Sono sicura che prossimamente vedremo molto di più nuovi prodotti, nuove idee di ogetti e di design creati proprio da persone con un pò di spirito e forse senza avere la formazione giusta, che però possono cominciare di fare competizione anche ai grandi nomi…perche c’e qualcosa di unico e speciale nel aquisto fatto con Etsy di un prodotto che sai viene da una persona che l’ha creata con passione e cura e questo prodotto diventa veramente speciale ed unico…Penso proprio qua in Italia questa idea, una volta maturata ha grande potenziale- non per caso il prossimo “Makers Fair” si svolgerà a Roma…è un campo assolutamente da guardare! ;)
    Ps: parlando di start up…nuovi servizi e pittaforme online che aiutano e facilitano “i maker” di creare e commercializare il proprio prodotto a costo sostenuto (generalmente subscribtion based) avranno, secondo me, sucesso nei prossimi anni (es…wix, bigcartel, 3d printing prototyping (es.Vectorealism in Italia e molti altri)…press release services on subscription…etc.)…in somma se qualcuno vuole fare start-up digitale deve pensare di cosa hanno bisogno i “maker” :D

    • 17 Aprile 2013
      Reply

      Ciao RAL, lo sai che su certi temi fashion sei tu che insegni e io che imparo, quindi sono molto contento della tua approvazione :) rispetto all’articolo di TC sono “pienamente d’accordo a metà” certo il lusso che si sta sempre più massificando ha bisogno di un’alternativa ma parlare addirittura di “rivoluzione industriale ” mi pare fortino. Certo è che è un segmento su cui puntare :)

  2. 17 Aprile 2013
    Reply

    scusate ma misshobby è di una tristezza infinita, ci sono passata come venditrice e dopo un certo periodo di tempo mi sono cancellata. Forse perchè è gestito molto all'”italiana” …tutti fanno quello che gli pare, si parla un sacco e non si conclude mai niente e via dicendo……
    per quanto riguarda blomming non è un vero proprio completamente “fatto a mano” perchè c’è di tutto dal negozio con oggetti di tendenza ad oggetti unici creati da artigiani con mani meravigliose..
    New entry in Italia c’è http://www.alittlemarket.it di derivazione francese.
    Buona giornata e buon lavoro a tutti.

    • 17 Aprile 2013
      Reply

      Ciao Mirella,
      piacere di conoscerti e grazie del commento, mentre, Alberto, che credo sia uno dei fautori di Misshobby invece penso sia un po’ meno contento :) :) :)

      Su blooming siamo d’accordo.

      Alittlemarket in effetti è bello e mi paice anche se mi vengono due osservazioni:
      1) il dominio non mi piace tanto è complicato e troppo anglofonico (strano per dei francesi),
      2) ma quand’è che facciamo un bel sito italiano e andiamo a conquistare gli altri mercati noi?

      A presto
      Gasp

      • 18 Aprile 2013
        Reply

        ahhahha mi spiace per Alberto ma purtroppo la mia esperienza non è stata delle migliori, ho parlato di alittlemarket perchè è un nome nuovo ma secondo me tende molto ad assomigliare ad Etsy , avrei qualche cosa da dire anche su Etsy, nel senso che non è esattamente un posto del tutto fatto a mano, forse è nato così ma adesso si è “buttato” molto sui grossisti e sulle grosse produzioni basta fare una piccola ricerca sul sito e si vede chiaramente.
        Secondo me noi italiani purtroppo partiamo con le migliori idee e poi difficilmente sappiamo gestirle, parliamo troppo e sprechiamo troppo tempo.
        Anche per me è stato un piacere trovare il tuo blog e conoscerti !!
        Buon lavoro
        Mirella

  3. Pasquale
    18 Aprile 2013
    Reply

    Caro Zio Gasp, ci stiamo lavorando…aspetta che a novembre/dicembre saremo live con un progetto made in italy importantissimo fatto con il top in questo settore in europa e solo terzo al mondo. Poi quando ci vediamo ti racconto hihihihihi

    • 19 Aprile 2013
      Reply

      Non vediamo l’ora di vedere questa star-up del terzo mondo allora :) :) :) :) :) :) :) :) :)

  4. 19 Aprile 2013
    Reply

    wow sono curiosa anche io….speriamo che faccia i fuochi artificiali!

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