Taobao: dalla Cina l’e-Commerce fa furore!

Quand’ero bambino la Cina veniva dipinta come il vero nemico che l’occidente, con un Soviet vittima dell’entropia, avrebbe dovuto combattere nel 2000. La minaccia, l’esercito inarrestabile. Roba a cui, nella fantascenza di prima, che si basava rigorosamente sulle previsioni degli economisti per dare una parvenza di attendibilità agli scenari, si faceva una certa attenzione
Vi ricordate che per garantire la pace, nel 1997 il presidente degli Stati Uniti, dopo essere fuggito da New York faceva ascoltare il proprio messaggio di pace proprio al leader cinese?
A legger gli stessi giornali (magari scritti, addirittura, gli stessi opinionisti) oggi dipingono la Cina come l’unica speranza salvatrice dei nostri poveri – sempre piu’ poveri – BOT in declino.
Adesso mi sa che per essere più realisti dovremmo far interpretare Iena Plinsky da Jet Li.
Tutto è cambiato, l’unica cosa che si conserva forse è la nostra percezione del mondo, ma anche quella resisterà per poco.
Considerazione estemporanea: chi associa al concetto di più grande rivoluzionario del secolo scorso l’immagine di Che Guevara non ha capito nienete, il piu’ grande rivoluzionario del secolo scorso e’ stato Mikhail Gorbachev che a colpi di Perestrojka ha stravolto tutti i paradigmi (e chissà cosa ne pensa il “compagno Botti” di questa…).

Quanti pensano che il piu’ grosso e-Commerce del mondo sia eBay? Prima di sostenerlo con convinzione al prossimo ritrovo conviviale fate un salto da Taobao.

Ardito parallelismo denso di luoghi comuni: eBay sta al BigMac come Taobao sta agli involtini primavera, un super-e-Commerce-in-salsa-agro-dolce.

Le caratteristiche di TaoBao sono piuttosto peculiari e lo rendono una relta’ molto diversa rispetto a quelle a cui siamo abituati nel resto del mondo e che ne hanno determninato il successo indiscusso (il confronto Taobao-eBay è stato serratissimo, la gara ha visto passare il market share dal 8% contro 59% al 79% contro 36% fino all’abbandono del paese da parte del colosso americano ). Ci sono alcuni asset principali che devono essere considerati prima di approciare il mercato:

  • – La fruizione di internet in Cina ha seguito uno sviluppo antropologico, a causa di una concomitanza di fattori come, la complessita’ dell’alfabeto e le differenze linguistiche intracontinentali, la conoscenza di lingue straniere, la parziale censura della rete, le storiche barriere di registrazione ed attivazione di nuovi domini, la distribuzione di inetrnet sul territorio, i sistemi di pagamento e la struttura bancaria, radicalmente differente da quello occidentale (alcune info sull’eBusiness in Cina).
    Di fatto questi fattori si sono tradotti in un differente approccio dei miliardi di consumatori che parlano cinese: invece di cercare tra tanti siti tendono a concetrare l’inizio della propria esperienza d’acquisto in un unico posto.
  • – Allo stato attuale una gran differenza tra eBay e Taobao e’ che mentre il primo nacque con una forte propulsione data dall’usato e dalle proposte dei piccoli merchant, Taobao l’usato, di base, non ce l’ha. Anche perche’, considerando il tipo di prodotti diffusi e il fatto che la produzione in Cina ha dei costi e certi criteri di accessibilita’, mi relativizano il senso del refurbished, quindi per quanto esista il C2C è un esperienza radicalmente differente.
  • – Su TaoBao si trova un campione rapprentativissimo dell’enorme produzione produzione cinese (4.700.000 venditori) con tutti i prodotti possibili immaginabili (800.000.000 di prodotti attivi a catalogo). Tanta roba. Questo ha diverse implicazioni:
  • – i vostri prodotti dovranno essere reperiti in mezzo a una quantita’ infinita di cinesate di produttori, rischiano quindi di essere irreperibili;
  • – i vostri prodotti si potrebbero dover confrontare con:
    • – prodotti assolutamente identici con lo stesso brand “code di produzione” che hanno seguito rotte distributive irregolari
    • – prodotti identici senza brand e totalmente fungibili
    • – prodotti terribili con l’imitazione dello stesso brand anche se neppur lontanamente assimilabili ma non distinguibili dal mercato di rifornimento
    • – i succedani più disparati che spaziano dalla qualità infima alla qualità ottima.
  • – Taobao è molto utilizzato anche per il B2B è viene sempre più spesso utilizzato come piattafrorma di trasmissione ordini per la gestione di commesse intranazionali ed internazionali.

Soprattutto quest’ultimo punto potrebbe prospetticamente rappresentare uno degli elementi differenziali più significativi.

Ci sono moltissimi reseller che hanno creato ottimi e redditizi business acquistando gli unbranded (così si riescono ad evitare una certe serie di dazi sull’importazione) in buona quantità e rivendendoli su eBay in Europa o in America. I settori più fiorenti sono le nicchie di mercato come le parti di ricambio o gli accessori per chi9 ha interessi particolari come la fotografia, la subacquea, la meccanica.

Continuando con le metafore alimentari: a Milano ci son, ormai da un pezzo, più ristoranti cinesi che pizzerie ed siamo, sicuramente a tavola mediamente più conservatori che negli altri paesi. Figuriamoci quando il 10-15% dei ristoranti cinesi nel mondo effettueranno riordini degli ingredienti in patria utilizzando Taobao quanto sposterebbe.

Infine si vocifera da tempo di un progetto di espansione di Taobao riuscendo a tradurre e diffondere tutto questo potenziale nel resto del mondo. Un corridoio diretto verso il cuore della produzione saltando intermediazioni e catene distributive.
Figuratevi sommando la crescita del mercato cinese, gli ordini cinesi degli emigrati e le vendite derivate dall’internazionalizzazione quale sia il potenziale.

Resta da capire se il più grande rivoluzionario del secolo scorso si chiamasse Che o Mikhail ma quello di questo secolo rischia di chiamarsi Jack Ma.

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One Comment

  1. 27 Settembre 2011
    Reply

    :) sono d’accordo che il piu’ grande rivoluzionario del secolo scorso non sia il Che, davvero. Personalmente penso sia, come esempio positivo, di certo Bob Dylan. Come esempio negativo, ma parliamo di rivoluzionari, non di messia, di certo penso a Bill Gates (e pizza hut).
    Articolo interessantissimo, come quasi tutti quelli ospitati qua.
    A quando il tuo punto di vista su flash, quel che nin si vede non si vende, e la regressione creativa (e non solo) imposta dalla sua demonizzazione?

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