Per avere successo con i progetti social bisogna ridurre il carico cognitivo e divertire.

Fonte di spunti interessanti è il blog Innovation Cloud che un po’ di tempo fa ha proposto una infographic su dati che mi spesso è capitato di vedere sciorinati in presentazioni ma senza studi strutturati alla base: ci raccontano i social-people italiani chi siano e cosa facciano.

Un dato ormai entrato nell’immaginario di chi si interessa di dinamiche del marketing digitale è che i creatori di contenuti sono a seconda degli studi tra il 3% ed il 5% chi condividie attivamente e commenta un altro 20-25% e poi ci sono a cascati tutto il resto dei fruitori più o meno passivi. Purtroppo sono dati realtivamente vecchi , di base riscaldano ricerche di 3-4 anni or sono prima che Facebook superasse Google come fruizione.

Adesso (e da qui in avanti) tutto è  talmente social che quel tipo di prospettiva non è più attuale nè utile. Un aspetto interessante è, invece la segmentazione che ci aiuti a capire cosa interessi queste persone e come fruiscano il web. Una segmentazione più orizzontale che verticale, che parta da aspetti sociologici e qualitativi per rispondere alla domanda “Come si comportano i social-user italiani quale livello di attenzione e partecipazione hanno?

Perchè se è vero che il web si evolve e l’antropologia tecnologia galoppa e che la domanda di base è sempre quela:
Abborigeno ma io e te che ce dobbiamo di?
E’ pur vero che dobbiamo pure preoccuparci di una nuova, più o meno: “Abboriggeno per farmi ascoltà come te lo devo di?“.

Guzzanti Docet.

Non lo so ma basta che sia breve e divertente” ci dovrebbe rispondere il nostro ormai mitico Digital-Abboriggeno in base a quanto ci dicono Doxa e Capeci (che danno quell’alone di credibilità scientifica che non guasta) e provando a descrivere le sue abitudini:

Quanto dev’essere facile o può essere concettosa una proposta comunicativa su Facebook? Se richiede troppa “attività” cerebrale la vosta audience si restringerà progressivamente, è questione di carico cognitivo.

Ma cos’é il Carico Cognitivo?

Copy di tutto il mondo tremate: un sacco di volte mi è capitato di trovare dei super-creativi all’arrembaggio che proponevano delle gran figate di co-creazione, bloging, microblogging e compagnia cantante.
Spesso dei fiaschi perchè le idee divertenti sulla carta, in fase di design, quando sono “difficilmente” realizzabili nella percezione dell’utente vengono scartate alla velocità della luce.
Un amico aveva studiato un concorsino in cui avresti dovuto inventare una rima semplice con il nome del prodotto che gestiva, “volere” ed altre 3 parole. In premio mi pare ci fosse una Fiat 500 (nemmeno male): non vi partecipò nessuno.
Il Social-Abboriggeno sudava il cervello solo al capire cosa “rima” volesse dire.

Anche i casi-di-successo-che-vorrei più sbandeirati sono in realtà belle ma piccole iniziative che hanno coinvolto poca popolazione, insignificanti ripetto al target globale. Perchè davanti a Facebook ci si sta un po’ come passatempo per svagarsi e con uno share-of-mind ridotto (mentre si acolta un collega, si fa una call-conf, si guarda la tv, si parala al telefono, si chatta con altre 2 persone, … ).

Quindi la quantità di neuroni liberi è prossima al livello Homer e se chiediamo a qualcuno di metter in fila 4 parole in rima baciata, roba da poeti tipo cuore/fiore/amore/torpore abbiamo superato il carico cognitivo disponibile. Ricordiamoci che il successo di Facebook fu determinato dal votare la cheer-leader più avvenente. Interazione semplicerrima con un tema che già di per se in almeno la metà della popolazione risveglia un interesse imparagonabile a qualunque prodotto :)

Quei cerchi concentrici dello studio determinano più o meno il numero di neuroni attivi per tipo di personaggio, poi naturalemnte si potrebbe incorciare con il Q.I. per vedere ma non spariamo sulla croce rossa…

In ogni caso la parola d’ordine è: per avere successo bisogna ridurre il carico cognitivo e coinvolgere (magari divertire) immediatamente.
Per intendersi una soglia di discrimine per il carico cognitivo adatto per un concorso su Facebook o nell’utilizzo di un’app potrebbe essere caricare una fotografia già scattata.

Semplificare per socializzare :)

Anche tu trovi agghiaccianti le iniziative del tuo brand-manager? Non preoccuparti potrai scoprire come riprenderti seguendo gli aggiornamenti del blog su FB facendomi un piccolo like, a me farebbbe molto piacere :)

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