Piattaforme eCommerce? Tutto quello che non avete mai osato chiedere su: hybris, ATG, WebShpere, Demandware, Elastic Path, Magento 2 … tutte le novità 2016

2016-Elastic-Path-vision-ecommerce-hybris-atg-demandware-websphere-netsuite

Qualche mese fa ero a pranzo con Marco, il guru del SEO, quando mi ha chiesto:”ma se tu dovessi sviluppare un asset eCommerce che tecnologia useresti?“, io: “mah direi Adobe o Magnolia, …“, lui: sbigottito.
Stavo scherzando? Volevo essere provocatorio? No, ma l’eCommerce si muove veloce e ci sono sempre nuove strategie, evoluzioni e novità di mercato da considerare (e nel quadrante di quest’anno ci sono ben 3 sorprese).

Quindi, ecco il solito Post per condividere e commentare l’ultimo aggiornatissimo quadrante Garnter delle piattaforme eCommerce 2016 con il mio personalissimo punto di vista. Personalizzimo perchè cerco di dire una parola in più e diversa rispetto al lavoro di Gartner e perchè di solito ogni volta che ne posto uno ricevo puntalmente entro 10 giorni mail o call salaci degli amici software vendors che non sempre apprezzano come sono stati dipindi, ma dai non abbiatemene :) alla fine, col senno di poi, di solito ci azzecco (Visione futura delle tecnologia e-commerce, Sap-hybris fusione, Come si sceglie una piattaforma di e-commerce).

Visione e tendenze prospettiche

Nel giro di alcuni anni, direi 4-5, le piattaforme e-Commerce andranno a sparire quasi del tutto per le grandi aziende: le maggiori piattaforme di ERP (SAP, Oracle, IBM) o di CRM (Salesforce, Dynamics) finiranno per avere il proprio modulo integrato proprio come ora hanno la fatturazione, l’inventory, il canale fisico….

E’ anche per questo che tutti i più grandi negli anni scorsi hanno acquistao o provato ad acquistare una piattaforma di eCommerce, diventerà parte dei processi standard aziendalie questo implicherà una trasformazione nell’approcciare questo tipo di progetti che disaccopieranno:

  1. Back-end: logistica, commerciale, carrello, pagamenti saranno canali da attivare/configurare all’interno degli omologhi processi esesitenti e saranno più probabilemtne ownership delle direzioni, in termini organizzativi, che già li gestiscono.
  2. Front-end: la gestione invece del “presentation layer” arrivando a una gestione integrata a tutta la parte di comunicazione digitale (siti corporate, mini-siti, app, digital signage all’interno del negozio, campaign, media)

Inoltre Gartner , a valle dell’analisi ci consiglia alcuni punti di particolare rilievo da considerare nelle nostre strategie:

  • Entro il 2018, il 50% degli eCommerce integreranno le tecnologie di più di 15 sv per gestire la customer experience (con i casini e le inefficenze del caso, secondo me vale la pena di trovare una robusta architettura di marketing di riferimento e cercare di esperirne il potenziale invece che buttare sforzi nell’integrazione di troppe frattaglie).
  • Entro il 2018, il 40% degli eCommerce B2B (uno dei grandi trend in crescita) userà algoritmi di calcolo del prezzo e della definizione automatizzata dell’assortimento (integrando una serie di informazioni come il CRM e una serie di big-data legati a storico di interazione ed acquisti del clienti, vincoli contrattuali, vincoli assortimentali e benchmark di mercato).
  • Entro il 2018, il 30% degli acquisti oggetto di import (che diventeranno sempre più rilevanti per un’economia che appassisce come quella italiana) dei clienti asiatici sarà guidata dalle capacità logistiche end-to-end (includendo l’ultimo miglio e lo sdoganamento dei prodotti) (e qui avere piattaforme eCommerce scalabili che permettano l’interanzionalizzazione diventa chiave).
  • Entro il 2018, le call-to-action per acuistare i prodotti da social network contriburanno fino al 2% degli acquisti (e quindi qui c’è bisogno ).
  • Entro il 2020, le tecnologie di “smart personalization” che personalizzeranno l’esperienza cliente (integrando una serie di informazioni come il CRM e una serie di big-data legati a storico di interazione ed acquisti del clienti)aumenteranno/influenzeranno le vendite fino al 15%.

Il futuro è Experience-Driven

La strategia adottata dai Brand migliori e che stanno ottenendo risultati migliori che sta già affrontando questo tipo di scenario di medio termine si chiama Experience-Driven-Commerce di cui avevo già parlato non molto tempo fa (e che merita sicuramente un approfondimento se avete 5 minuti in più da perdere) ma che in soldoni propone una gestione disaccoppiata di front-end con un CMS o un Expereince manager (leggesi Adobe per i ricchi e Magnolia per i poveri) per l’editorializzazione di tutto e back-end “ridotto” all’utilizzo dei suoi componenti essenziali quali catalgo, carrello, motore promozionale.
CMS-VS-ECommerce-Forrester-egagement-features-experience-driven-commerce
In sostanza integrando due layer che non pongano i vincoli tipici della propria sfera d’azione all’altra (tipo scenario dove si rompe tutto sono i siti multi-brand, multi-country, multi-currency, multi-language… provate a chiedere a un vostro fornitore di farvi vedere com’è riuscito a implementare un sito per la Svizzera e casca l’asino).

La piattaforma eCommerce ideale

Quindi secondo la soluzione ideale che dovrebbe essere implementata dovrebbe essere:

  • Experinece-driven
  • Omnicanale
  • Customer-centric
  • Globalmente scalabile


… anche se di fatto out-of-the-box non ne esiste una, ma possiamo cercare quella che più si avvicina al modello che stiamo cercando.

Evoluzione dello scenario delle Piattaforme eCommerce

Procederei per quadranti Leader, Visionaries, Challangers, Niche Players e in ordine di piattaforme che ritengo rilevanti:

    • Le piattaforme Leader

       

    • SAP-hybris continua il trend ascendente dell’ultimo lustro che vede ormai la piattaforma tedesca in testa come le corna (sarei un cronista del Moto Gp pazzesco).
      Alla fine è la più bella e nelle ultime versioni è migliorata sotto alcuni aspetti, la gestione dei device mobili, un po’ di gestione dell’ordine, gli aspetti di omnicanalità.
      Bella, costa, ci si possono mettere le mani sopra senza drammi, buona visione e SAP ci sa fare (acnhe con le acquisizioni):

      1. Il problema è sempre il solito: i contentui li bestisce maluccio per cui se si vuole fare un bel stio c’è per forza bisogno di integrare un CMS (e cui torna prepotente il tema dell’Experience-Driven-Commerce) sennò vien fuori un sito brutto, che funziona, ma brutto (e ricordiamoci che comunque hybris è la migliore tra le piattaforme le altre comunque li gestiscono meno bene). Migliorato anche l’aspetto mobile.
      2. La gestione del B2B, una delle aree di maggior espansione nel medio termine per l’eCommerce, se la cava egregiamente e a tendere con il connubbio con SAP non potrà che essere il numero 1.
      3. La Gestione dell’ordine (OMS) è stata strutturata anche se comunque non arriva ai livelli di chi per gestire pickpack-ship o lo split usa una piattaofrma dedicata di WMS ma è comunque megio delle altre piattaforme.
      4. Per l’Omnichannel ha una serie di funzionalità abbastanza avanzate per aiutare a gestire anche i processi lato negozio.
    •  

    • Oracle-ATG più bravo ad eseguire? Mah lo saprà Gartner, pensate che forse li avrei visti meglio sulla completezza di visione, in ogni caso nel ruolo dell’eterno secondo ci sta.
      Comunque ottima piattaforma molto apprezzata dalle teloc e nel middle east la ritengo più adatta per le grandi organizzazioni molto strutturate e con centinaia di persone coinvolte nel running del digital business che debbano essere coordinate da workflow e processi, meno adatta per l’azienda tipica del mercato italiano.
      Nella gestione dei contenuti fa sembrare hybris Adobe se presa singolarmente ma se integrata con i vari altri pezzi tipo Endeca, Fatwire e gli svariati tool di camapign diventa un’altra storia.
      Pare che sia in atto un interessante esperimento per trasformare tutti i diversi pacchetti appena citati in una sorta di grande as-a-service che permetta di abilitare l’ormai celebre Experience-Driven-Commerce approach.
      Oracle sebbene mi piaccia come azienda bisogna però dire che di solito non fa un gran servizio alle aziende acquistate (a parte l’Open-Commerce della ex Micros che è praticamente ufficiale non venga più supportato, cari clienti leggete bene l’articolo perchè dovete prepararvi al replatforming) di solito da grossi momenti di discontinuità, quindi se anche il progetto di as-a-service-izzazione sulla carta è una figata pazzesca e possa essere la novità potenzialmente più interessante nel medio termine, aspetterei di vedere come se la cavano i 3-4 progetti pilota.
    •  

    • IBM-WebSphere Sempre in alto ma ogni anno perde un po’ di terreno.
      Tanto che per la prima volta nella storia si riescono ad ottenre sconti sulle licenze, tipo che se prendi Sterling ti tirano dietro WS, in ogni caso vien fuori un conto di milioni ma molti di meno. La parte di gestione contenuti è un po’ migliorata ma siamo sempre sotto la linea.
      Per il resto l’architettura IBM è super figa e tutti i colleghi più tech che la conoscono dicono che è insuperabile (come il tonno degli anni ’90).

      Rispetto alla mia esperienza (ho fatto il primo progetto in europa su Ws e l’ultimo l’anno scorso, per intendersi) WS mi ricorda un libro un po’ filosofico che avevo letto “lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta“, in sotanza due frickettoni facevano una pallosetta metafora sulla vita comparandola a come si mettono le mani su una moto per fare riparazioni o custom «Il Buddha, il Divino, dimora nel circuito di un calcolatore o negli ingranaggi del cambio di una moto con lo stesso agio che in cima a una montagna o nei petali di un fiore».
      La BMW è perfetta con una ciclistica pazzesca ma se tocchi un filo sei rovinato, è solo per ingenieri bravissimi che devono seguire peredissequamente la filosofia bavarese altrimenti non va più nulla, l’Harley d’altro canto è un po’ ingenieristicamente un”cancello” ma ci puoi fare quello che vuoi e se arrivi a quel bel customone tamarro che tutti nell’immaginario associano all’Harley funziona lo stesso se non meglio.
      lo-zen-e-l-arte-di-riparare-la-motocicletta-o-di-customizzare-una-piattaofrma-digital
      Dopo sta botta di auto referenzialità comnuque WS, è particolarmente adatto alla gestione di grandi contesti retail soprattutto food dove l’integrazione con i sistemi di magazzino (ricordiamoci che IBM ha acquistato e integrato il miglior software in quest’area che è Sterling) e negozio diventa un fattore critico di successo (e qui torna il tema della crasi tra motore eCom e gestionali), più ci si orienta verso il fashion e tutto quel CPG dove il marketing è molto importante, meno bene lo vedo.
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    • Demandware è la versione Software-as-a-service della mia piattaforma preferita di sempre Intershop (ormai un po’ sparita sia con questo brand sia in termine di on-premise), in sostanza hanno preso il cuore di una piattaforma buona e robusta e lo hanno inchiodato dentro a server intoccabili: tutto quello che si vuole fare si in termini di front-end che in termini di back-end lo si fa agendo attraverso configurazioni javascript (javascript è una tecnologia per interagire solo a livello di browser, sul client, e non di server), per i meno tecnici significa che di fatto non puoi programmare la piattaforma ma solo interagire su come interroghi e su cosa restituisce la logica, ma non proprio sulla logica stessa.
      In Italia Demandware sta andando di moda perchè ha appena aperto l’ufficio locale e sta facendo ricchi sconti su licenze (con un interessante modello totalmente orientato alle performance) che in Europa lo rendono tranqulliamente paragonabile come Total Cost of Ownership a un hybris. Non vanno dimenticati, per calcolare il TCO quali saranno i costi di manutenzione volutiva che sono il vero retro della medaglia di una piattafomra così orientata al saas per quella dinamica descritta prima.
      Demandware è comunque una piattaforma completa che fa tutto quello che deve (catalogo, carrello, contenuti di base, pagamenti, cs) se non pretendi che lo faccia esattamente come lo vuoi tu (con i limiti del caso per le cose un po’ più raffinate in termini di Omnichannel, personalizzazione, gestione dell’ordine, experience) ed è cresciuta bene (meno velocemente di hybris ai tempi ma quasi) ed è in definitiva la vera news del quadrante dei bravi.
      Fanta-Gartner-quadrant, provo a ri-sbilanciarmi quando feci la previsione dell’acquisto Sap-hybris azzeccandoci: in sostanza si candida ad essere la prossima grande acquisizione del mercato delle piattaforme eCommerce.
      A logica sia visto l’orientamento al SAAS che per la collaborazione storica vedrei bene una convergenza con Salesforce anche se, nonostante le due piattaforme siano integrate da mo’, non hanno mai annunciato una partnership vera e propria.
      Il secondo scenario è che sia qualcuno che allos tato attuale è più orientato alla gestione dell’area Digital-Marketing che estende l’experience per non rischiare di venire disintermediato chi dall’altro lato, quello più transazionale, sta provando ad estendersi all’Experience-Driven (per intedersi).
      Ne avrebbe un gran bisogno anche Microsoft ma per motivi tecnologici non credo che saranno loro.
      Ultima e più inauspicato degli scenari è che venga presa da una delle grandi e fatta appassire (tra qualche riga vediamo cos’è successo a Magento).
      No matter quale sia lo scenario finale, in ogni caso credo sia tempo di shopping on-line, comunque elemento da considerare nei propri business-plan a 3-5 anni.
    • I Visionari dell’eCommerce

       

    • Elastic Path è la seconda big-news del quadrante tra i “visionari” (se non altro perchè GetElastic sembra essere uno dei blog sull’eComemrce più seguiti in US), loro sono i teorici dell’Experience-Driven-Commerce infatti sono tra i primi che hanno deciso di sposare il disaccopiamento tra front e back-end in definitiva dicendo “hey perchè devo impazzire a fare un cms mediocre?” e quindi si sono focalizzati alla perfetta esecuzione di catalogo, prezzi, promozioni, gestione del cliente, … e non sto a ripetere la solita solfa, preparando una libreria di API concepite per alimentare un componente editoriale da mettere sopra.
      E’ proposto come compoente chiave della soluzione Cortex, una sorta di integration layer per far comunicare front e back-end, che riduce l’effort integrativo con i vari Adobe, Sitecore, Magnolia e compagnia cantante dove di fatto si crea e si gestisce il sito e tutte le attività di pre-sales e sales di marketing, commerciali etc …
      Tra le varie piattaforme è quella che ha l’approccio più particolare sotto diversi aspetti acnhe perchè riesce a supportare sia l’on-premise che l’AAS con una certa disinvoltura e riesce a parlare bene anche con tenconologie .NET (Sitecore e il mondo Microsoft di fatto non hanno mai avuto qualcuno che coprisse quell’are da quando il Commerce Server è morto).
      Consiglio tutti quelli che hanno dei solidi siti di branding e comunicazione a cui vogliono integrare un carrello di dare un’occhiata a come funziona.
      Sempre nel Fanta-Garnter è sicuramente più appetibile per le soluzioni orientate alla gestione del Marketing-Cloud tipo Adobe con cui c’era stato un primo abboccamento. In caso di acquisizione l’integrazione con la loro tecnologia potrebbe essere più facile che in altri.
    • Le piattaforme sfidanti

       

    • Magento Bis è la terza big-news del quadrante tra gli “esecutori” ma qui il segreto sta nel “BIS”: quello non è il magento che conosci ma tutt’altra roba.
      Infatti come ancora in molti non sanno Magento 1, quello che tutti conosciamo fatto in PHP e che non ha mai avuto la dignità di entrare nei quadranti, è ufficialmente morto: tutto è iniziato tempo fa, come accennavo nel post omologo del 2013, quando eBay ha iniziato ad acquistare Magento 1, GSI (una sorta di Yoox americana su cui per esempio gira Diesel in us), Intershop e una serie di altre componenti commerce.
      Una serie di acquisti simili esulano dal normale scenario di M&A (che di solito impatta le scelte dei clienti in 2-3 anni) e quindi qualcosa di grosso bolliva in pentola, che avrebbe richiesto una cottura più lunga ma che avrebbe finito per esprimersi con un’altra magnitudine.
      Infatti Magento 2 è in realtà GSI con un’architettura, una complessità e un’architettura diversa, di fatto hanno speso un sacco di soldi per comprare un nome molto forte e un’installato clienti imparagonabile con l’idea di prendere il giocattolino e di scioglierlo nell’acido in modo di sostituirlo nel medio termine con una piattaforma che potesse essere trasformata in un hub di servizi.
      Magento 1 non è più supportata per cui adesso la community proverà a riorganizzasi provando a fare una sorta di contro-community che sopravviverà un po’ ma senza garanzie del medio termine, da amnager non sono sicuro che investirei i una tecnologia che si sta dissolvendo nel nulla.
      Magento 2 allo stato attuale non ha agenzie al di fuori di US che lo conoscano e che ne siano specializzate, inoltre la conversione delle risorse implica un processo di change management per le agenzie di 12-24 mesi con tutto quello che implica in termini di discontinutià nel mercato. Tra un anno non vorrei essere uno di loro.
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    • Digital-River mi sorprende sia così in alto l’ho vista solo in un paio di occasioni e non ho mai trovato nessun cliente soddisfatto … eviterei di comprarla così come evito di recensire troppo.
    • Frattaglie assortite

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    • Netsuite è una soluzione interessante totalmente oreintata al SAAS così come accennato per Demandware con la differenza che Netsuite sta provando a fare un unico pacchetto in cui mette in un unico prodotto (sempre con il server monolitico non customizzabile ma molto configurabile) ERP, CRM e Commerce.
      E’ interessante come soluzione soprattuto per i clienti piccoli che hanno dei sistemi antiquati e che devono affrontare la digitalizzazione dei sistemi ma non hanno la forza di affrontare progetti e stream separati e vogliono una soluzione “rotonda”.
      Alcuni player italiani lungimiranti (Filoblu) hanno rimpiazzato la propria offerta tecnologica totalmente orientata a Magento convertendosi per temp o a Netsuite e riducendo l’impatto del momento di discontinuità del Magento-Tsunami.
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    • Intershop è sempre li, la piattaofmra mi piace e ne ho già parlato due volte quindi eviterei di dilungarmi tanto: evolve, migliora ed è una di delle poche che ben integra a gestione dei canali di digital marketing per la generazione di traffico (praticamente assente in quasi tutte le altre piattaforme) ma è in una situazione in cui sono un po’ dei personaggi in cerca d’autore bisogna capire cosa vorrà farci eBay (che non si capisce come stia andando dopo la separazione con PayPal ma temo debba far cassa tra non molto) e quale relazione avranno con Demandware con cui di fatto si contendono il mercato.
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    • Episerver non ci ho mai messo le mani sopra davvero quindi non mi sento di spendermi come un’espertone ma ho avuto occasione di selezionarla in passato e di vedere qualche demo e poc devo dire che mi ha fatto una buona impressione per cui potrebbe valere la pena considerarla se si vuole avere un ogetto magari non completissimo ma che fa il suo con un Total Cost of Ownership accettabile.

    Tutte le altre sul quadrante secondo me non sono particolarmente degne di nota, e qui non me ne nemmeno abbiano nè gli estimatori di Shopify nè le varie realtà italiane o ticinesi che stanno provando a entrare nel quadrante magico (che mi ricorda sempre il cerchio magico di Bossi): anche se simpatizzo la competizione è alta, ragazzi.
    In ogni caso anche per tutte le altre realtà più locali o più di nicchia o con modelli di business alternativi il tema di solidità dell’azienda diventa crescentemente più rilevante.
    Per fare un esempio che non c’entra ma anche tanti full-outsourcers che di fatto si propongono come alternativa alla creazione di una piattaforma eCommerce con tutti i crismi stanno affrontando problemi di sostenibilità di modello perchè a furia di condividere il rischio imprenditoriale anche dei clienti più improbabili hanno finito per scontare le inefficenze di un modello troppo scalato (con tanto di salvataggi all’ultimo momento da parte di entità finanziarie o addirittura di clienti).

    L’eCommerce è Business e conto economico prima di tutto ma, più ceh in qualunque altro business:

    • le aspettative stesse dei nostri clienti vengono determinate dalla velocità con cui si evolve la tecnologia stessa,
    • il successo viene abilitato dalla completezza e dall’efficenza degli strumenti tecnologici,
    • la capacità di crescere e di cogliere l’opportunità è determinata dalla scalabilità della piattaforma,
    • la credibilità del brand stesso viene influenzata dalla nostra abilità si esecuzione, inscindibile dall’esperienza,

    quindi è cruciale compiere la scelta tecnologica prospetticamente giusta che ci permetta di investire saggiamente le nostre risorse e di capitalizzare nel medio termine i nostri sforzi (un BC eCommerce arriva a BEP a 2-3 anni non possiamo appena si arriva in positivo buttar via tutto).

    Quindi provate a prevedere il futuro e a pensare in grande, scegliete comme innovare il vostro business e quale piattaforma dovrà supportare il vostro successo come se foste dei giocatori di scacchi provate a scegliere ora capendo che influenza avrà tuttociò tra 4 mosse, 5 mosse, alla fine della scacchiera :)

    Buona innovazione a tutti.

    Anche tu sei rimasto con un palmo di naso dopo che la piattaforma su cui hai puntato tutto il tuo Business-Case è sparita? Segui gli aggiornamenti del blog sulla pagina FaceBook…


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    15 Comments

    1. 12 Aprile 2016
      Reply

      Ti do ragione gasp sul futuro e ruolo della tecnologia, anche se come disse un importante presiederne americano “Per quanto sia bella la strategia, ogni tanto dovremmo guardare i risultati”. Che vedono (dal mio punto di vista puntato verso la PMI) aziende con tecnologie obsolete e modelli organizzativi semplificati rispetto quelli ottimale scalare sul mercato (con fatturato e quote) anche a fronte di competitor molto piu strutturati. Nella mia esperienza il futuro dell’ecommerce non passa ne nella tecnologia ne negli strumenti ma solo nell’internalizzazione in azienda di competenza e vision del mercato dove l’ecommerce e commerce sono stessa cosa. E se ho qaunttro soldi dda spendere non li do di certo a chi mi fa tutto da fuori o chi mi vende la tecnologia piu moderna… Certo che se poi invece di un disgraziato magento che parla alla cazzo con un gestionale obsoleto ho un Netsuite la marcia in più la metto… Averne di gasp…

      • 12 Aprile 2016
        Reply

        :) e dopo il celebre “Più pilu per tutti” coniamo il “Più Gasp per tutti” :)

    2. 14 Aprile 2016
      Reply

      Troppi anni in Bmw (K100Rs16v) per concepire un approccio differente alle due ruote… il cancello lo lascio al cuginetto convinto che fare tanto rumore sia la stessa cosa che viaggiare. :-)
      Condivido la pallosità del libro al quale dobbiamo riconoscere un titolo ammaliante: accade anche con certe piattaforme? :-)
      Ciao!

      • 14 Aprile 2016
        Reply

        :-) IBM e Oracle buone ma un po’ rigidelle, soprattutto nel front-end la prima e nei processi di backend la seconda :)

    3. Enea
      11 Maggio 2016
      Reply

      Se possibile vorrei approfittare di tanto sapere.

      Cosa suggeriresti ad una grande multinazionale, votata alla tecnologia SAP per quanto riguarda l’ERP e l’EPM, qualora volesse fare un esperimento B2B in ambito ricambi?
      Non abbiamo competenze interne (neppure lato ICT) e non sappiamo valutare il ritorno dell’investimento (altrimenti non avrei usato il termine “esperimento”).

      Il prodotto dovrebbe avere le seguenti caratteristiche/funzionalità:
      – semplicità di integrazione con SAP
      – creazione di un Catalogo, che in SAP non esiste
      – lettura anagrafiche SAP (clienti, materiali e BOM)
      – creazione di nuovi clienti in SAP
      – lettura del listino e degli sconti automatici SAP
      – gestione di campagne promozionali, che in SAP non esistono (le trasformerei in “sconti manuali” in fase di creazione ordine)
      – creazione ordini di vendita dal carrello
      – controllo disponibilità stock, preferibilmente on-line su SAP
      – pagamenti immediati o con fattura (vari termini di pagamento)
      – grafica accattivante… è l’ultima delle preoccupazioni!

      Tra le varie soluzioni ho visto anche un prodotto di un partner SAP, che si chiama SANA, sembra interessante e ha referenze italiane, ma Gartner lo ignora completamente (credo sia nato per la piattaforma Microsoft Navision), ne ha mai sentito parlare?

      Grazie

      • 11 Maggio 2016
        Reply

        Boh così su due piedi se c’è tanto SAP e se l’ambito è B2B avrebbe senso considerare hybris che è il più forte in entrambi i campi e riduce le customizzazioni necessarie, certo costicchia. Sul Business Case sarebbero da considerare le vendite incrementali in primis sui clienti esistenti, poi una certa quantità di new business e per ultimo il rischio di perdita di business che si avrebbe a favore della concorrenza se non innovassimo il canale distributivo.

        • Enea
          11 Maggio 2016
          Reply

          Hybris, con una soluzione quick & dirty basata sugli acceleratori di progetto nativi è sicuramente una opzione… non particolarmente economica visto il carattere di “esperimento”, ma sicuramente affidabile e scalabile.

          Deduco dalla risposta che SANA non sia un prodotto che ha mai dovuto comparare ad altri, giusto?

          Magento lo considera una alternativa percorribile? al momento ignoro i costi di licenza e il TCO

          Grazie,
          Enea

        • Enea
          11 Maggio 2016
          Reply

          Hybris, con un approccio quick & dirty basato sugli acceleratori di progetto nativi, è sicuramente una opzione… non particolarmente economica visto il carattere di “esperimento”, ma sicuramente affidabile e scalabile.

          Deduco dalla risposta che SANA non sia un prodotto che ha mai dovuto comparare ad altri, giusto?

          Magento lo considera una alternativa percorribile? al momento ignoro i costi di licenza e il TCO

          Grazie,
          Enea

    4. Alessio
      19 Maggio 2016
      Reply

      Ciao è la prima volta che leggo e commento il tuo blog (d’ora in poi seguirò con grande interesse e attenzione). Giusto ieri ho seguito il tuo intervento a Ecommerce Forum “Fashion Omnichannel”.

      Una domanda che non ho fatto (al momento delle domande, quando tutti hanno taciuto) è se la piccola impresa italiana che magari possiede una boutique di alta gamma (al massimo una piccola catena di 4/5 negozi) può pensare di approcciarsi a questo modo professionale di concepire l’ecommerce come parte di un business oppure si parla sempre e comunque di cifre di partenza intorno alle centinaia di migliaia di euro. Per i piccoli rimane il Prestashop e basta oppure l’esperienza multicanale, seguendo il cliente nei punti di contatto, può essere comunque intrapresa a livello base? Grazie :)

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