Quando lavoravo al Competence Centre J&J Ellen mi aveva affibiato un soprannome “golden fish“ ovvero “pesce rosso” perchè pare che il pesce rosso abbia una memoria particolarmente labile, dura circa 8 secondi. Dopodichè: “blub blub blulb, ma che bella questa boccia di cristallo ! E’ nuova, non l’avevo mai vista!” questo probabilemente gli impedisce di impazzire rinchiuso in uno spazio angusto per la quasi totalità della vita.
Il concetto mi piacque e lo utilizzai per creare l’immagine di testata (che mi accompagna ormai da 7-8 anni, è diventata un po’ un porta fortuna e la sfoggio nelle grandi occasioni per scaramanzia): la suggestione che volevo trasmettere è l’immediatezza necessaria per attrarre il cliente. L’impatto emotivo di cui, il nuovo mondo che stiamo proponendo, deve essere permeato.
Il succo di questo post lo copio dagli amici di Popai, celeberrima associazione internazionale senza fini di lucro che promuove tra i Retail un confronto sugli elementi strategici del marketing mix , che ho scoperto essere lettori affezionati del blog ( colgo l’occasione per salutare Silvia, Sonia, Emanuele e naturalmente Massimo).
Ora, il cliente medio ha una soglia d’attenzione circa 3 volte superiore alla memoria del pesce-rosso-gasp (e se è un cliente alcoolista 30 volte superiore – chi l’avrebbe mai detto?), in ogni caso, riuscire a portarlo all’interno di un nuovo fantastico mondo in vitro (con tanto di castello e una bella insegna sopra) da cui non vorrà uscire mai più, non è facile.
On-line i tempi si riducono a seconda del tipo di navigazione e scemano tra gli 8 e i 12 secondi ideali, come mi insegna l’amico David di Moviri.
L’immediatezza della vetrina di un negozio come il tempo di accesso ad un sito con una bella landing-page sono il primo importantissimo passo di quel percorso che culmina con l’acquisto.
Posso dare un consiglio? Ragazzi se vi approciate a materie come queste fatelo con gli occhi di un pesce rosso.
Compite una frattura epistemologica, lasciate da parte i vostri bias (a scelta nell’accezione statistica o a quella psicologica): “blub blub blulb, chiudete gli occhi, riapriteli che cosa vedete? vi piace ancora, vi attira abbastanza? blub blub blulb“.
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il punto è: quel che vede il pesce gasp (o anche il pesce davide) in 7 secondi è lo stesso che vedono tanti diversissimi fra loro pesci clienti? il gusto di uno può valere per tutti? per questo servono il delfino psicologo,l’aragosta statistica e anche gli squali markettari:a cercare di studiare,e capire i gusti (e,nel caso del polpo della UX,i comportamenti) della maggioranza