A me Amazon non è mai piaciuta, da un milione di anni fa quando gli e-Commerce in Italia si contavano, così come mi è sempre statoantipatico pure eBay.
Sarà che a me tra Coppi e Bartali è sempre piaciuto più il secondo che il primo ma ho sempre preferito altri siti, altre strategie.
Per cui, onore al merito, riconosco l’ottimo lavoro fatto e rimango suggestionato dal nuovo dato comunicato da Forrester (immagine in testata) nel nuovo studio “Amazon amica o nemica” ma resto sempre un po’ critico.
Amazon è molto influente perchè:
- ha una buona brand awareness, tutti sanno chi Amazon sia, viene percepito come un innovatore e fa cose fiche, magari non come Apple, ma fiche,
- è presente in modo pervasivo su tantissimi canali di direct marketing, anche a me che stanno antipatici son tentato di comprarci ogni volta che me li trov con il prezzo più conveniente su Kelkoo,
- passaparola tra clienti che sfrutta la soddisfazione del cliente.
Di base si parte da Google (o a onor del vero sempre più frequentemente pure da Facebook) come primo step del percorso d’acquisto ma qualunque sia il passo successivo si incappa in Amazon.
Un mantra che ormai sento da un sacco di clienti è “… perchè noi vogliamo diventare la nuova Amazon“.
Lo trovo concettualmente sbagliato, per alcuni motivi:
- Amazon è partita per prima è quindi ha un vantaggio difficilmente colmabile del very first mover,
- Ci hanno pompato dentro un sacco di fondi permettendo di essere stata in perdita (e di esserlo tuttora ad esempio in cina dove sta facendo a pugni con Taobao),
- sanno fare bene i basics dell’e-Commerce come logistica, contact center e direct marketing, prima di tutto bisogna concentrare gli sforzi per raggiungere i loro livelli di servizio eccellenti.
Lo sconsiglio soprattutto perchè Amazon non è un business model innovativo. E’ la solidissima reiterazione del market place anni ’00. Prima del Social commerce, delle flash sales, dei gruppi di acquisto. Riprovare a far quello che fan loro è un’azzardo strategico superiore della campagna di Russia di Napoleone: lui non aveva abbastanza cibo e scarpe per nutrire e scaldare il suo esercito, voi non avrete una logistica e la capacità di spuntare prezzi come quella di chi lo fa da un milione di anni per un miliardo di persone.
Quindi è importante trarne spunto (come obiettivo eccellente da raggiungere), considerarlo (come un rischio e un ostacolo da agirare), magari concepire un’integrazione, ma una strategia di successo per il 2020 si deve basare su modelli di business come i nuovi hand-made marketplace che crescono a tre cifre e tagliano tutti i paradigmi della catena distributiva (ma presto ci scriverò un paio di post).
Magari se si è un retailer valorizzare la crescente esigenza di mutlicanalità di ricerca e prenotazione on-line e acquisto e consegna a negozio.
Innovare gente, innovare!
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